Centro Psicoanalitico dello Stretto Francesco Siracusano
Donatella Lisciotto in ‘Appunti’ ci offre una lezione di metodo attraverso la regola della libera associazione e del rapporto con il ‘negativo’, che lei stessa mette all’opera per analizzare quanto è accaduto nella psiche e nel soma a seguito dell’evento catastrofico della pandemia da Covid-19 e le sue varianti. Quindi anch’io applicherò in parte la stessa modalità per descrivere quanto mi abbia intrigato questo piccolo libro, dalla forma dei vecchi quaderni di scuola.
La prima immagine che mi sovviene è la copertina del disco in vinile dei Pink Floyd intitolato ‘The dark side of the moon’ in cui un raggio di luce bianca penetra un prisma e si divide in un fascio di luce variopinto.
Donatella Lisciotto accoglie quel raggio di luce e lo trasforma offrendoci una visione analitica per quello che accade, è accaduto e accadrà nel ventaglio delle emozioni e dei pensieri che la deformazione del raggio ha subito nell’attraversamento della zona buia: un’analisi delle trasformazioni psichiche accadute circa i pensieri ‘affettivi’ determinati dall’esperienza fisica e psichica attraversata in questi anni.
L’autrice fa ampio uso della sua capacità di osservare se stessa nella contemporaneità in quanto è sempre in una posizione di ‘scarto’ nell’accezione del termine, nel senso di essere con la mente un pò non in linea con il pensiero comune, non aderente totalmente a quello che sente e percepisce ‘al momento’ ma è inattuale, capace di accogliere l’elemento che viene da un’altro spazio-tempo. (Agamben, 2006) Percezioni, foglie, movimenti di oggetti, sogni, tutto contribuisce a scendere nella dimensione più oscura dove il ‘fondo fondo’ citato dalla Amati Sas (comunicazione Seminario Centro dello Stretto, 2022) assume forma nel timore dell’imminente possibilità dello scoppio di una ‘follia’ determinata dalla vista troppo corta, dalla paura delle persecutoreità messa in atto dalle misure anti-socialità, dalla prigionia che trasforma il familiare in un ‘mostruoso’ ingombrante e appiccicoso come lo scoppio di una bottiglia di salsa di pomodoro rende il suo ‘intorno’.
Le procedure per produrre la salsa di pomodoro in Sicilia e nel meridione in generale, interessano vari gruppi familiari e tutte le generazioni, viventi e non, dello stesso nucleo generativo. Ognuno svolgeva una parte: qualcuno reperiva la materia prima, qualcun’altro gli aromi, altri ancora fornivano la casa dove si sarebbe svolto il tutto, in genere il nucleo più anziano; i giovani messi alla manovalanza più spicciola (lavare le bottiglie, lavare i pomodori, passarli, imbottigliare, ecc.). Il tutto nella cornice dei racconti: “la nonna faceva così e zia Tina invece in un altro modo e non sai quanto litigavano!”. Quando una bottiglia ‘scoppiava’, dopo un attimo di sconcerto, il gruppo si metteva alla ricerca del colpevole: “non sono state lavate bene”, “non sono state chiuse bene”, “il pomodoro era acido?” e così via. La festa rischiava il tracollo e qualcuno cercava immediatamente di porvi riparo con frasi rassicuranti: “Ma è soltanto una,…”
La dimensione transgenerazionale dell’associazione dell’esperienza della Lisciotto emerge nella sua potenza attraverso la colpa. Il quesito che si pone l’autrice è: come l’individuo può sentirsi sollevato o meno da una colpa se anche l’intero gruppo di appartenenza si difende dalla paura della caduta nella follia? Lisciotto li definisce ‘pensieri faticosi’.
Kaës nella sua terza topica utilizza il sogno come spazio in cui gli inconsci comunicano; spazio in cui si può vedere in qual modo l’individuo vive e sta nel suo gruppo di appartenenza. Siracusano teorizzando un ‘limite’ ed un ‘illimite’ nella condizione di gruppo ci fa riflettere su come la condizione di ‘illimite’ abbia pervaso le nostre menti e la ‘funzione di gruppo’ scartata irrimediabilmente in quanto proibita, ha posto l’individuo in uno stato di sospensione tra la follia e la non-follia, un crinale sempre sdrucciolevole. Il rifugio nella dimensione intima dell’essere sembra l’unica via di salvezza ma allo stesso tempo terrifica. Mi sono venuti in mente i quadri di Sonia Alvarez, così intimi ma altrettanto puntuali nel descrivere ogni dettaglio di quell’intimità da recuperare senza che sia pervasa dalla persecutoreità.
Un’annotazione: l’autrice possiede una naturale propensione per la bellezza. Freud propone una definizione del godimento della bellezza nel ‘Il disagio della civiltà’ in cui suggerisce che <<[…] la felicità nella vita viene cercata prevalentemente nel godimento della bellezza, dovunque essa si presenti ai nostri sensi e al nostro giudizio; la bellezza delle forme e dei gesti umani, degli oggetti naturali e dei paesaggi. Delle creazioni artistiche e persino scientifiche. Questo atteggiamento estetico in relazione allo scopo della vita offre scarsa protezione contro la sofferenza incombente, ma può in grande misura compensarla. […] L’utilità della bellezza non è evidente, che sia necessaria alla civiltà non risulta a prima vista, eppure, la civiltà non potrebbe farne a meno.>> (Freud, 1929, 574)
Donatella Lisciotto, alla base del suo essere psicoanalista pone il ruolo della bellezza come essenza del pensiero psicoanalitico. Sensibile all’arte, essa stessa fotografa, ha uno sguardo ‘traverso’ nelle persone, negli oggetti e nella natura.
Di fronte alla catastrofe dei pensieri riguardo al ‘male’ accoglie il suggerimento del suo Maestro Paolo Perrotti e dei Padri: si lascia andare all’associazione libera, unico metodo per accedere all’Inconscio per non trascurare, non lasciar perdere, non agire, trattenere il proprio desiderio, far emergere il proprio desiderio, insomma avere a che fare con il proprio inconscio e con le istanze psichiche in una situazione dove il ‘brutto’ invade il campo. E offre una chiave di lettura: utilizzare l’Inconscio come strumento che comunica con altri Inconsci e il ‘negativo’ quale elemento che ci mostra l’elusione del dispiacere. Freud afferma nei saggi teorici della Metapsicologia, lo scritto sull’Inconscio, e nell’Io e l’Es: <<L’Inconscio è vivo, capace di sviluppo, […] si lascia condizionare dalle vicende dell’esistenza che influenza costantemente il preconscio […]è assai interessante che l’Inconscio di una persona possa reagire all’inconscio di un’altra eludendo il Conscio>> (Freud, 1915).
Il pregio di questo piccolo libro è che ci offre uno sguardo che entra ed esce da noi stessi, un processo costante e vitale di auto-osservazione che va nei due versi: da dentro a fuori e viceversa.
Bion ci offre il concetto sulla bifocalità della percezione legato al concetto di vertice (Bion, 1961) in ‘Esperienze nei gruppi’ come quella possibilità di cambiare costantemente punto di vista nell’osservazione di un fenomeno attribuendo ad esso la complessità di un poliedro. Tale concetto è l’amplificazione dell’indicazione freudiana di guardare sempre l’inverso e il rovescio di un fatto psicoanalitico. (Freud, 1989, 1911-12). I processi del comprendere la condizione di frammentazione è vivere la frammentazione stessa senza caderci o rimanerci dentro. L’artista Rebecca Horn propone di osservare i processi di frammentazione come un mischiarsi dell’umano con il naturale, entrare e uscire dalla condizione di perdita dei confini e ritrovamento del senso del’’immagine’. Nei suoi quadri si rintraccia l’umano confuso con la natura ma ancora percepibile e rintracciabile.
Donatella Lisciotto indica la psicoanalisi quale strumento per orientarci nella vita personale e professionale, barra e timone per l’analisi dell’individuo e del suo modo di essere sia come singolo sia come appartenente ad un gruppo per costruire e ricostruire immagini e parole dalle de-costruzioni che gli eventi propongono; gli ‘appunti’ quale metodo per navigare in mari tanto tempestosi come costantemente la realtà dei fatti ci propone. Trama e ordito nella tessitura della vita per mantenere la funzione analitica vitale messa tanto a dura prova.
Annapaola Giannelli , psicologa – psicoterapeuta
Socia Didatta Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo
Socia Ordinario FT Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica
Via Archimede 17/I, 97100 Ragusa
annapaolagiannelli@gmail.com