È una di quelle operazioni congiunte scrivere spinta dalla musica dove ti hanno portato le parole che hai letto.
Dalla Pandemia alla Guerra, appunti di un tempo “diacronico” scomposto nella dispersione inconscia. Parole semplici, frasi brevi, mozziconi di racconti, metafore a balcone per affacciarsi su una lettura “interna”. Una porta, per esempio, separa una madre e la figlia (contagiata e untore) che vivono nella stessa casa rimandando alle molte situazioni simili con le quali tutti abbiamo avuto “contatto/contagio”.
Emozioni di traverso a righe riempite a gittata d’inchiostro. Tutto spontaneo e nulla al caso: miracolo di un artista. È questo il “piccolo” libro di Donatella Lisciotto, una “grande” lettura. Leggendolo, si va in apnea in un mare di significati profondi per riemergere da un capitoletto all’altro carichi di un bottino emotivo insaturo, che lascia libero il lavorio interno che spinge alla prossima immersione.
Così è Donatella Lisciotto, elegante, accurata, capace di far risuonare riflessioni profonde a chi la ascolta, a chi la legge, a chi come me ha la fortuna di conoscerla.
Appunti come appuntare. Mia zia appuntava con gli spilli gli orli delle vesti che cuciva. A volte, per la prova, mi chiedeva di fare da manichino. Ricordo che stavo ferma a guardarla mentre con disinvolta maestria mi girava intorno e infilzava la stoffa che indossavo con lo spillo che teneva stretto tra le labbra. Temevo mi pungesse, allora, immobile trattenevo il fiato mentre mi diceva di stare tranquilla, che non mi avrebbe punto, costringendomi a lasciarmi andare in un esercizio di fiducia. Credo che leggere le parole “appuntate” sulle righe di queste preziosissime pagine, possa condurre a quell’esercizio di fiducia nell’autrice che cuce significati e li “appunta” nella mente del lettore.
Appunta pensieri, sentimenti ed emozioni, oggetti vivi (la figlia, i pazienti, il cane, il virus), scenari (la Pandemia, la Guerra) mettendo se stessa, il suo mondo “pensato e non” a disposizione per il viaggio che ci propone in questa lettura. Dalla gradevolezza al turbamento, dalla forma delle cose all’insaturo, dalla attualità alla notte dei tempi.